Leri Cavour
by I Luoghi dell oblio on October 21 2020 17:11 hr CE(S)T Shortlink to this report: [ https://urbx.be/mrrc ]
Finding out the location |
very easy |
Access |
very easy |
Safety |
safe |
Risk of being seen |
high |
General condition of the place |
good |
Traces of vandalism |
very many |
Good place for taking pictures? |
good |
Did you see other people? |
few |
Visit date September 12 2020 at 10 hr
Visit duration 2 hours
Nel XIsec., Leri era di proprietà dei monaci Cistercensi che la bonificarono rendendo il terreno fertile per la coltivazione del riso.
Nel XIXsec., passò a Napoleone Bonaparte che, a sua volta, lo vendette al cognato, il principe Camillo Borghese. Fu solo nel 1822 che Leri passò al marchese Michele Benso di Cavour, padre di Camillo Benso che la trasformarono in un'azienda agricola all'avanguardia per i tempi.
Michele Benso era troppo impegnato nelle sue attività di vicario e sovrintendente generale di politica per riuscire a prendersi cura della tenuta, così prese la decisione di darla in gestione al figlio Camillo.
Nel novembre 1849 fu data nuovamente in formale affitto ad una società composta dai fratelli Gustavo e Camillo e da Giacinto Corio. Il contratto venne poi rinnovato Il 22 aprile 1857. Da quella data della società rimasero i soli Camillo Benso e Giacinto Corio. La gestione del Conte fu improntata ad un ammodernamento a livello sia di tecniche agricole con la costruzione di sistemi idrici, sia con una radicale modifica dell'architettura, dovuta alla necessità di rispondere alle esigenze della forza lavoro soprattutto stagionale e dei servizi per gli operai forestieri (mense e dormitori).
Proprio in questa tenuta, Camillo era solito rifugiarsi nei suoi momenti di riposo. Nonostante i suoi innumerevoli impegni, Cavour continuò a mantenersi informato sull'andamento delle attività produttive, dimostrando così una particolare affetto nei confronti di quelle terre.
Oggi Leri Cavour, è sottoposta ad un graduale recupero grazie a dei volontari che se ne stanno prendendo cura, ripulendola dal degrado. Incrociamo tutti le dita, che possa risorgere come la fenice è risorta dalle sue ceneri!
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